Solitudini allo sbaraglio.

Recentemente è accaduto un fatto che mi ha dato modo di riflettere sulla nostra comunità. La stessa parola “comunità” ha avuto modo di perplimermi più volte, associata ad un gruppo che rare volte nella mia esperienza ho potuto – purtroppo – percepire come coeso. Ecco l’accaduto:

Questo documento dell’ASL ligure relativo al vaccino anti Covid-19, presenta quello che verrà in seguito definito dai responsabili un errore di disattenzione, ma a mio avviso, nasconde molto di più. Non è solo una palese dimostrazione dell’assenza di sensibilità e cultura da parte della pubblica amministrazione italiana ma, è anche una sorta di monito, di cui non avevamo bisogno, che ci ha ricordato qual è il nostro posto nel mondo, secondo chi comanda.

Non voglio entrare nel merito delle pratiche categorizzate come responsabili di rendere un soggetto a rischio, poiché non ne ho le competenze, ma voglio azzardarmi ad affermare che tutto ciò si sarebbe potuto evitare inserendo nell’infelice elenco al posto di “omosessuale” la voce “persone dedite a rapporti sessuali occasionali non protetti”, senza associare questa attitudine comportamentale ad un orientamento sessuale specifico.

Il sesso occasionale appartiene ad entrambi i sessi e a tutti gli orientamenti sessuali, e senza ombra di dubbio, a seconda della tipologia dei rapporti, si incorre a malattie infettive di natura differente. Ora il tema non credo sia decretare a quale orientamento sessuale e in quali percentuali appartengano le persone con questa attitudine, personalmente sono forse concorde nel credere – seppur senza dati alla mano – che la nostra comunità sia caratterizzata da molta promiscuità, tuttavia a mio avviso per nulla assente negli altri contesti.

Ma il tema non è questo.

Il tema è che la comunicazione è importante, le parole sono importanti, le parole possono salvare una vita così come distruggerla: una sentenza, un giudizio, una critica, un messaggio, un’esclamazione. Possono influire su chi ancora non è formato e consolidare posizioni dannose contro le quali milioni di persone combattono ogni giorno. A volte manifestando in strada, altrettante volte con dolorosi silenzi e sofferti imbarazzi di circostanza.

Questi milioni di persone meritano di più. Lottano spesso già contro se stesse per un variabile lasso di tempo della propria vita, per poi scontrarsi con la spietata giungla dei temerari ma timorosi simili, con i quali a distanze alterne crescono “insieme”. Sono invisibili spesso anche agli occhi di chi li conosce, circondati da una miopia di massa che non riesce a liberarsi dall’eteronormatività che ha avvelenato inconsapevolmente le loro vite. Questi milioni di persone sono nate senza modelli da seguire, in una società eteronormativa caratterizzata da un sistema educativo che implicitambente invita loro all’autosabotaggio della loro felicità e realizzazione.

E sì, un occhio esterno potrebbe notare che spesso questa “comunità” è caratterizzata da persone che interagiscono tra di loro come animali.

Ma se guardate da vicino, e osservate bene, troverete solo tante solitudini allo sbaraglio, che non sanno come incanalare il loro testosterone.

Senza nulla togliere alla preziosità del sesso libero e al diritto di essere padroni del proprio corpo, così come non voglio esimere dalle cause di questo fenomeno l’era digitale del millennio che ci vede partecipi, di questa solitudine a cui mi appello siete colpevoli voi.

Queste milioni di persone sono pedagogicamente distrutte da istituzioni a stampo cattolico che hanno plasmato milioni di famiglie all’insegna della misoginia e della virilità tossica.

Il minimo che avreste potuto riservare a noi oggi è l’attenzione, nel non commettere un apparente errore di copia e incolla, che però ci ha sofferentemente ricordato, ancora una volta, qual è il nostro posto.

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